Nel linguaggio comune la parola democrazia è una specie di idea dogma: è incontestabile; basta aggiungerla ad ogni piè sospinto nel proprio discorso per dargli un imprimatur di incontestabile verità: non è possibile infatti cercare di discutere sul suo significato perché è un dogma laico, una suggestione che , contraddicendo la stessa idea di libertà non è secondo l’idea laica attuale discutibile; si può discutere di tutto ma della democrazia no.
Persino le attuali missioni militari italiane sono ammantate di virtù ,il loro fine essendo l’esportazione della democrazia.
Qualche riflessione sulla democrazia può forse chiarire cosa si nasconde dietro la parola stessa.
Democrazia significa potere del popolo che in base ad una legge numerica , una sommatoria di voti elegge i propri rappresentanti secondo un principio di maggioranza.
Nessuno mai si chiede quale legittimazione abbia un potere così nato,essendo il numero ,inteso nel senso quantitativo il criterio di verità , negando ogni principio di competenza che è alla base di ogni sano discernimento.
Il principio di competenza è comunque patrimonio di una ristretta cerchia di persone,alle quali spesso non viene nemmeno chiesto un parere qualificato.
Il popolo sovrano come è concepito in democrazia è formato da individui tutti uguali , con le stesse potenzialità e qualità in atto;in realtà si ricorre ad una realtà astratta quale è il popolo perché è facile ragionare astrattamente, non considerando che nel mondo reale invece esiste l’uomo che lo compone con tutte le sue peculiarità e differenze, di cui non si tiene alcun conto giacchè il voto ha un valore uguale per tutti.
In realtà non avendo più alcun principio o conoscenza in grado di inquadrare in maniera organica la società, e essendo pertanto un’opinione equivalente ad un’altra qualsiasi, si sceglie il gioco dei voti per darsi comunque un ordine.
Se infatti il pensiero umano si riduce solo ad opinione e pertanto non conosce più alcun riferimento in principi superiori, il pensiero di ciascuno è ritenuto equivalente a quello di ogni altro e come tale perde la sua valenza qualitativa.
Una specie di follia collettiva ha preso la gente incapace di capire la vera ragione del suo disagio profondo che nasce dal sentirsi un numero tra i numeri; la stessa libertà è stata equipartita in base ad un principio di uguaglianza; la libertà per essere tale richiede necessariamente la disuguaglianza :
Il desiderio di libertà nasce dal desiderio di esplicare la propria personalità disuguale.
Questa visione presente da sempre nel pensiero classico è stata negata dall’illuminismo con la sua visione meccanicistica e materialistica dell’uomo:considerando solo la parte più materiale e tangibile di esso non lo considera con le sue qualità come persona,ma come individuo che differisce dagli altri solo per un diverso modo di esercizio del pensiero speculativo,che non rappresenta che un motivo di disunione.
Tale concezione è alla base della democrazia che non tiene in alcun conto la differenza tra gli uomini , fondamentale per la vita. L’uomo non si riduce solo a pensiero speculare, ma porta con sé un retaggio antico e tradizionale che ne costituisce un elemento essenziale e inscindibile,fatto di saggezza cumulata nella notte dei tempi che può essere guida anche nell’attuale mondo. Ne consegue che la società democratica risulterà qualcosa di mostruosamente abnorme dove ciascuno ben lungi dal comprendere la propria natura e vocazione sarà intercambiabile con chiunque, non essendo al posto che gli compete.
L’assenza di principi porta ad un relativismo assoluto che si risolve nella vita di ciascuno nell’aggrapparsi ai valori materiali ed in particolar modo al danaro: come conseguenza la società è
informata da valori puramente economici ,basti pensare alla stessa costituzione italiana che indica come valore fondante il lavoro considerandolo come bene merce,e non fa nessun riferimento né alla cultura,né alla tradizione italica.
Non a caso riferendosi all’Italia i nostri politici usano il termine di Paese al posto di Nazione,che sta ad indicare un’unità più profonda che si genera da legami di sangue e cultura.
In realtà al concetto di verità si sostituisce quello di utile: il concetto di utile porta alla frantumazione della società se non è temperato da altri valori , questo viene particolarmente evidenziato dal così detto voto di scambio, fenomeno che porta alla prevalenza di una parte sull’interesse generale.
I partiti stessi , esprimenti un’ideologia particolare spesso lontana dalla esigenze reali dei cittadini finiscono nel momento in cui sono al potere per dedicarsi alle proprie mene politiche, ai loro interessi particolari dimenticando le promesse elettorali .
Persino le attuali missioni militari italiane sono ammantate di virtù ,il loro fine essendo l’esportazione della democrazia.
Qualche riflessione sulla democrazia può forse chiarire cosa si nasconde dietro la parola stessa.
Democrazia significa potere del popolo che in base ad una legge numerica , una sommatoria di voti elegge i propri rappresentanti secondo un principio di maggioranza.
Nessuno mai si chiede quale legittimazione abbia un potere così nato,essendo il numero ,inteso nel senso quantitativo il criterio di verità , negando ogni principio di competenza che è alla base di ogni sano discernimento.
Il principio di competenza è comunque patrimonio di una ristretta cerchia di persone,alle quali spesso non viene nemmeno chiesto un parere qualificato.
Il popolo sovrano come è concepito in democrazia è formato da individui tutti uguali , con le stesse potenzialità e qualità in atto;in realtà si ricorre ad una realtà astratta quale è il popolo perché è facile ragionare astrattamente, non considerando che nel mondo reale invece esiste l’uomo che lo compone con tutte le sue peculiarità e differenze, di cui non si tiene alcun conto giacchè il voto ha un valore uguale per tutti.
In realtà non avendo più alcun principio o conoscenza in grado di inquadrare in maniera organica la società, e essendo pertanto un’opinione equivalente ad un’altra qualsiasi, si sceglie il gioco dei voti per darsi comunque un ordine.
Se infatti il pensiero umano si riduce solo ad opinione e pertanto non conosce più alcun riferimento in principi superiori, il pensiero di ciascuno è ritenuto equivalente a quello di ogni altro e come tale perde la sua valenza qualitativa.
Una specie di follia collettiva ha preso la gente incapace di capire la vera ragione del suo disagio profondo che nasce dal sentirsi un numero tra i numeri; la stessa libertà è stata equipartita in base ad un principio di uguaglianza; la libertà per essere tale richiede necessariamente la disuguaglianza :
Il desiderio di libertà nasce dal desiderio di esplicare la propria personalità disuguale.
Questa visione presente da sempre nel pensiero classico è stata negata dall’illuminismo con la sua visione meccanicistica e materialistica dell’uomo:considerando solo la parte più materiale e tangibile di esso non lo considera con le sue qualità come persona,ma come individuo che differisce dagli altri solo per un diverso modo di esercizio del pensiero speculativo,che non rappresenta che un motivo di disunione.
Tale concezione è alla base della democrazia che non tiene in alcun conto la differenza tra gli uomini , fondamentale per la vita. L’uomo non si riduce solo a pensiero speculare, ma porta con sé un retaggio antico e tradizionale che ne costituisce un elemento essenziale e inscindibile,fatto di saggezza cumulata nella notte dei tempi che può essere guida anche nell’attuale mondo. Ne consegue che la società democratica risulterà qualcosa di mostruosamente abnorme dove ciascuno ben lungi dal comprendere la propria natura e vocazione sarà intercambiabile con chiunque, non essendo al posto che gli compete.
L’assenza di principi porta ad un relativismo assoluto che si risolve nella vita di ciascuno nell’aggrapparsi ai valori materiali ed in particolar modo al danaro: come conseguenza la società è
informata da valori puramente economici ,basti pensare alla stessa costituzione italiana che indica come valore fondante il lavoro considerandolo come bene merce,e non fa nessun riferimento né alla cultura,né alla tradizione italica.
Non a caso riferendosi all’Italia i nostri politici usano il termine di Paese al posto di Nazione,che sta ad indicare un’unità più profonda che si genera da legami di sangue e cultura.
In realtà al concetto di verità si sostituisce quello di utile: il concetto di utile porta alla frantumazione della società se non è temperato da altri valori , questo viene particolarmente evidenziato dal così detto voto di scambio, fenomeno che porta alla prevalenza di una parte sull’interesse generale.
I partiti stessi , esprimenti un’ideologia particolare spesso lontana dalla esigenze reali dei cittadini finiscono nel momento in cui sono al potere per dedicarsi alle proprie mene politiche, ai loro interessi particolari dimenticando le promesse elettorali .
17 commenti:
ecco ke succede se uno scrive dopo una serata di sballo ed ubriakezza... ahahahahah
ovviamente skerzavo, bella e acuta riflessione. ma qual'è l'alternativa alla democrazia, così com'è oggi, secondo voi?
io un'idea ce l'ho...
l'alternativa è la DEMOCRAZIA....mai attuata in nessun Paese e in Italia soprattutto non è stata attuata nel 1948. Questa è pseudo democrazia
e come dovrebbe essere la democrazia?
Innanzitutto una vera DEMOCRAZIA impone rispetto e libertà (di pensiero) per tutti. Ciò sappiamo che non è avvenuto dal 1945 in poi. Ancora oggi per alcuni aspetti non vi è DEMOCRAZIA, basti pensare all’Università La Sapienza ove non hanno fatto entrare il Papa, ove bloccano sempre convegni e conferenze di una certa parte politica.
Quanto alla gestione della “res pubblica”: DEMOCRAZIA letteralmente significa potere del popolo. Si ritiene che il popolo votando i propri rappresentanti in seno, al Parlamento, governi, ma nella realtà ciò non avviene poiché quale rappresentante Ti / Ci / Vi rappresenta davvero?
Una vera e compiuta DEMOCRAZIA, come la vorrei io, impone che qualsiasi rappresentante anche e soprattutto a livello locale (la cui cosa diventa più semplice) consulti in un certo qual modo il Popolo / il cittadino su ciò che lui vorrebbe venga attuato, consulti il Popolo quando si emanano o si abrogano leggi importanti con lo strumento del Referendum, strumento poco utilizzato in Italia (penso all’entrata in Europa che in altri paesi è stata sottoposta all’approvazione dei cittadini mentre in Italia l’abbiamo subita dall’alto!!!).
Se ciò non potrà mai avvenire, forse, probabilmente hai ragione quando lasci intendere che la democrazia non è la migliore forma di Governo…..
nn so se è troppo filosofica la mia alternativa ma ho maturato questo pensiero. secondo me la miglior forma di governo è l'aristocrazia, governo dei migliori. a mio avviso dovrebbe essere organizzata nel modo seguente. le uniche persone ke possono candidarsi devono prima superare una scuola apposita molto dura che li prepari sia politicamente, sia filosoficamente che tecnicamente. poi non tutti devono avere diritto al voto, facoltà che deve essere riservata solo ai diplomati. in + il peso del voto non deve essere uguale x tutti, x es. il voto di un diplomato vale 1, quello di un laureato 3, quello di un laureato specializzato 4. ovviamente i numeri sono suscettibili di cambiamenti, è il principio che mi interessa affermare: non tutti siamo uguali e non tutti abbiamo le stese capacità di giudizio politico. ovviamente la capacità di giudizio non è necessariamente legata al grado di istruzione, ma la tendenza senza dubbio è questa, ki + è acculturato + è capace di giudicare la politica senza essere abbindolato dai demagoghi. ovviamente questo sistema x essere supportato ha bisogno che tutti i cittadini abbiano garantito il diritto allo studio ad ogni livello. c sarebbe tanto altro da dire, ma m dilungherei troppo, questo è l'essenziale del ragionamento
dimenticavo di dire che quindi la selezione delle scuole e delle università deve essere molto duro: i diplomi e le lauree nn devono essere regalate
ahahah...ragazzi mi fate spaccare sempre...!
Marco che comincia coi pipponi filosofici e Michele che gli va appresso x un po'..poi si incazza!
Troppo forti, continuate così.
A NOI
si siamo troppo grandi!! cmq ha cominciato mikele con il post
Si Edo, Marco si fa le sue solite pippe mentali.....ma stavolta ha detto una cosa cui mi trova daccordo!!!! Marco il discorso è un pò lungo, tu sei stato molto semplicistico, ma ne potremo parlare a voce...unica cosa che non condivido è il voto riservato solo ai diplomati, mi sta bene anche che il peso del voto sia diverso, ma deve avere altro titpo di contraddistinzioni. Il voto deve comunque essere garantito a tutti. Molto spesso un laureato potrebbe essere meno intelligente di un non laureato. Il borghese inoltre potrebbe scendere a compromessi anche molto più facilmente del meno abbiente...etc etc
A noi
ovviamente sono stato semplicistico x nn dilungarmi troppo. michele ma ke c'entra il borghese, nn ho detto ke il borghese deve essere favorito in tutto questo, ho parlato solo di merito, specificando ke x far in modo ke questo sistema regga, il diritto allo studio deve essere garantito a tutti. è vero ke un non laureato potrebbe essere + capace d capire la politica, ma come ho detto prima, la tendenza è questa. una sorta di presunzione ci vuole x stabilire delle regole, x es. oggi c'è la presunzione che ki è maggiorenne è in grado di votare e ki è minorenne no. magari il minorenne è molto + cosciente del magggiorenne. io penso ke quello dell'istruzione sia la presunzione migliore ke si possa adoperare x garantire al meglio il sistema del voto. nn è una posizione ideologica, se ve ne vengono in mente di migliori fatemelo sapere, allergherò le mie vedute.
Ps: ha cominciato mikele con le pippe mentali scrivendo l'articolo, è lui ke m ha provocato!
ma ci caschi sempre e solo tu Marco!!!!
arrrrgg...!!
ero io. lo facio di nuovo: arrrgg...!
ragazzi inutile farneticare se questa pseudo democrazia continua a strozzare il popolo e la nazione tutta, se continua a fare solo leggine salva casta, se perde la bussola delle vere emergenze e priorità della popolazione, se perde di vista il futuro che è dei giovani, se continua a sfornare classi dirigenti ultrasessantenni che pensano solo a mantere i propri patrimoni e privilegi infischiandosene delle prospettive speranze ed aspettative future dei suoi stessi figli, se continua ad accontentarsi del poco che si ha senza sperare in miglioramenti a tutti i livelli (cultura lavoro infrastrutture pil ecc.)...be se si continua su questa strada se invece di andare avanti si va indietro mettendo bavagli a quelle categorie, vedi giornalisti e magistrati, che spesso in questi ultimi 20 anni hanno provato ad aprirci gli occhi e le orecchie offrendoci una qualche verità e di contro non si pone freno alcuno alle mafie e ed ai sidacati che rallentano lo sviluppo ed il percorso di questo splendido paese, be allora l'unica forma di governo immaginabile ed efficace diventerebbe solo una dittatura degli onesti ed incazzati, supportatata militarmente e fortemente duratura per tentare di riequilibrare un pò le cose. del resto visti anche gli ultimi provvedimenti del governo a mio modesto parere ci troviamo in una sorta di dittatura purtroppo però trattasi di dittatura dei fantocci disonesti che sono tenuti per le palle, quindi senza veri poteri decisionali, dalle varie caste e dai vari poteri forti, dalle varie mafie. certo la colpa non è solo di berlusconi come alcuni vogliono far credere...
che Dio ce lo mandi buono ma subito!
come non concordare....
la dittatura non è affidabile, lo conferma il ns passato
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