lunedì 5 gennaio 2009

LETTERA all'On. FINI del 30.12.2008 di Andrea Danubi e Franco Lorenzoni

Castiglione della Pescaia, 30 dic 2008


“La politica è l’arte di servirsi degli uomini,
facendo credere di servirli.”
A. Dumas

On. Fini,

Sappiamo che Lei non replica ai Suoi ex-elettori, preso ormai dal Suo ruolo di demolitore senza permesso del passato storico-politico Suo e del popolo che credeva in Lei, e di scioglitore di partiti che, in realtà, non Le sono mai appartenuti “dentro”.
Lei non è mai stato missino. Lei è stato solo un freddo arrampicatore senza scrupoli, senza contenuti umani. Ha calpestato qualsiasi ideale per avere le patenti di agibilità politica – anche internazionali – utili al Suo tornaconto.
Pur di legittimarsi presso comunità molto distanti da noi è andato in giro per il mondo a sparlare di un grande Italiano come Benito Mussolini. Di Lui dissero cose meravigliose personaggi illustri come
Gandhi (“il Duce è uno statista di primissimo ordine, completamente disinteressato, davvero desideroso della grandezza della sua Patria”), Thomas Edison (“Mussolini è il più grande genio politico del tempo di oggi”), l’Arciduca Giuseppe d’Ungheria (“L’Uomo che rappresenta la più grande figura dell’Europa moderna”), Franklin Delano Roosevelt (“Sono rimasto davvero ammirato dal modo come concepisce e risolve i maggiori problemi del giorno”), Churchill (“Il genio romano impersonato in Mussolini, il più grande legislatore vivente, ha indicato la strada che un Paese può seguire quando è coraggiosamente condotto. Le leggi del Duce sono una pietra miliare nell’evoluzione mondiale”), Kipling (“Sappiatelo amare questo vostro meraviglioso fratello, che protegge i vostri interessi e il vostro avvenire: per l’Italia Egli è tutto”), Igor Stravinski (“Mussolini è un uomo formidabile. Egli è l’unico uomo che conti oggidì nel mondo intero”), Re Alberto del Belgio (“Sono estremamente entusiasta del Duce, del quale ho avuto modo di apprezzare la competenza, l’ingegno, e la vastità delle vedute”).
Uomini che appartengono alla Storia, non mezze figure della piccola bottega parlamentare nostrana.
Uomini più qualificati di Lei certamente – e non solo perché contemporanei – per giudicare quel GIUSTO tuttora appeso per i piedi dai rinnegati che hanno tradito non solo un’Idea, non solo Giorgio Almirante, ma soprattutto quella gente di Destra che Vi ha regalato, ahimé, fama e potere.

Quelle rare volte che pubblicamente Le è stato chiesto conto di questi aspetti (rare, perché i media di regime sono proni al potere) Lei ha dimostrato una coda di paglia gigantesca.
Immagino che avrà già interrotto la lettura (ammesso che l’abbia iniziata), non Le interessano i pareri del popolo, sennò avrebbe fatto campagna elettorale col Suo simbolo, invece di sparire sotto le gonne del Cavaliere. Ma c’è un giudizio, On. Fini, al quale non potrà sottrarsi: è quello che arriva per tutti, alla fine della nostra povera avventura terrena ( “I servi e i vili non sono graditi a Dio”, scrisse Carmelo Borg Pisani, l’ultimo martire irredentista italiano, sulla porta della cella....). E allora la coscienza, quando sarà lì, dovrà tirarla fuori. Non potrà nasconderla sotto la kippah.
La Sua carriera politica, On. Fini, è stata una bella scalata: ma sul petto Lei porta soltanto - oltre alla stella di David - medaglie di latta, false e miserevoli.


La ringraziamo per la cortese attenzione e Le porgiamo cordiali saluti.


Andrea Danubi e Franco Lorenzoni Castiglione Pescaia GR

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