
di Francesco Storace
La prova provata che ogni anno c’è una data assolutamente strumentale alle convenienze politiche più che alle convinzioni ci viene anche da questo 2009.Sul 25 aprile è in scena un balletto ipocrita con molti attori. Da una parte la solita sinistra, molto veloce a dimenticare i crimini commessi a guerra abbondantemente finita nel nome della Resistenza – Giampaolo Pansa, e non solo lui, ci offrono innumerevoli esempi in tal senso – ma ci siamo abituati.Ora ci si mettono anche quelli che di sinistra non sono.
Berlusconi, ad esempio, quando dice che non intende lasciare alla sinistra una festa di tutti, ammette con straordinario candore che evidentemente non è di tutti e che per oltre sessanta anni – 14 anche quelli passati da lui in politica – è stata celebrata più con le bandiere rosse che con quelle tricolori.Se il presidente del Consiglio partecipa a manifestazioni ufficiali non trovo nulla da dire. E’ normale. Ma se lo fa in silenzio, è un silenzio che parla. Se parla deve stare attento a quello che dice. E’ curioso che debba far sapere che decida all’ultimo momento dove andare. Evidentemente temeva che qualcuno la festa volesse farla a lui. Festa di tutti?
Per quel che mi riguarda ho deciso da tempo di partecipare all’iniziativa di solidarietà che per quel giorno ha promosso Gioventù Italiana a L’Aquila, dove saranno portati aiuti e potrò finalmente abbracciare i nostri militanti che si sono trovati nell’inferno del terremoto a trascorrere ore terribili.
Ma l’ipocrisia più grande arriva dagli uomini che vengono da Alleanza nazionale e più precisamente dal Msi.Nessuno chiede loro di indossare la camicia nera; sarebbe ridicolo pretenderlo. Nessuno chiede loro di esaltare il fascismo; tutti conosciamo il valore della democrazia. Ma adesso inneggiano in maniera sfrenata all’antifascismo. Succede di cambiare opinione, è possibile. Ma qualche domanda va posta a chi per trent’anni ci ha fatto credere assolutamente il contrario.Per la precisione almeno una domanda, a cui attendiamo risposta soprattutto da chi vuole aderire al Partito popolare europeo: se sono sinceri, se credono in quello che dicono, perché si trascinano appresso simboli e beni del Msi?
Al ministero dell’Interno hanno detto no alla presenza della fiamma nel nostro simbolo. Curioso: quella fiamma ha accompagnato ogni nostra candidatura in tutta la nostra vita politica. La decisione del Viminale – di cui abbiamo preso atto - nasce dal deposito del simbolo di An anche se An non si presenta alle elezioni.Ovviamente, agiremo in sede penale perché è la seconda volta, la prima fu lo scorso anno, che An deposita un simbolo con cui non si presenta alle elezioni al solo scopo di impedire la presentazione di altri, e questo è vietato dalla legge elettorale.
Ma il problema non è solo questo. An ha deciso di chiudere con una storia. Era considerata la storia del neofascismo italiano, anche se in quella storia c’erano fior di democratici che il fascismo nemmeno l’avevano conosciuto.Ora An ha fatto di più (di peggio?). Dice di essere antifascista. E perché si trascina il simbolo del Msi?Si dice che in ballo ci siano decine di miliardi di euro di patrimonio immobiliare che dal Msi proviene. Erano soldi donati da chi credeva in altre cose rispetto a quelle in cui oggi dice di credere l’onorevole Fini. Faccia un gesto, il presidente della Camera: non speculi su quei quattrini, si limiti a farlo sul 25 aprile, dia quelle centinaia di appartamenti alla povera gente.Non li vogliamo noi, li faccia dare a chi ne ha bisogno.Solo così potremo apprezzarne la sincerità. Altrimenti è solo ipocrisia.
La prova provata che ogni anno c’è una data assolutamente strumentale alle convenienze politiche più che alle convinzioni ci viene anche da questo 2009.Sul 25 aprile è in scena un balletto ipocrita con molti attori. Da una parte la solita sinistra, molto veloce a dimenticare i crimini commessi a guerra abbondantemente finita nel nome della Resistenza – Giampaolo Pansa, e non solo lui, ci offrono innumerevoli esempi in tal senso – ma ci siamo abituati.Ora ci si mettono anche quelli che di sinistra non sono.
Berlusconi, ad esempio, quando dice che non intende lasciare alla sinistra una festa di tutti, ammette con straordinario candore che evidentemente non è di tutti e che per oltre sessanta anni – 14 anche quelli passati da lui in politica – è stata celebrata più con le bandiere rosse che con quelle tricolori.Se il presidente del Consiglio partecipa a manifestazioni ufficiali non trovo nulla da dire. E’ normale. Ma se lo fa in silenzio, è un silenzio che parla. Se parla deve stare attento a quello che dice. E’ curioso che debba far sapere che decida all’ultimo momento dove andare. Evidentemente temeva che qualcuno la festa volesse farla a lui. Festa di tutti?
Per quel che mi riguarda ho deciso da tempo di partecipare all’iniziativa di solidarietà che per quel giorno ha promosso Gioventù Italiana a L’Aquila, dove saranno portati aiuti e potrò finalmente abbracciare i nostri militanti che si sono trovati nell’inferno del terremoto a trascorrere ore terribili.
Ma l’ipocrisia più grande arriva dagli uomini che vengono da Alleanza nazionale e più precisamente dal Msi.Nessuno chiede loro di indossare la camicia nera; sarebbe ridicolo pretenderlo. Nessuno chiede loro di esaltare il fascismo; tutti conosciamo il valore della democrazia. Ma adesso inneggiano in maniera sfrenata all’antifascismo. Succede di cambiare opinione, è possibile. Ma qualche domanda va posta a chi per trent’anni ci ha fatto credere assolutamente il contrario.Per la precisione almeno una domanda, a cui attendiamo risposta soprattutto da chi vuole aderire al Partito popolare europeo: se sono sinceri, se credono in quello che dicono, perché si trascinano appresso simboli e beni del Msi?
Al ministero dell’Interno hanno detto no alla presenza della fiamma nel nostro simbolo. Curioso: quella fiamma ha accompagnato ogni nostra candidatura in tutta la nostra vita politica. La decisione del Viminale – di cui abbiamo preso atto - nasce dal deposito del simbolo di An anche se An non si presenta alle elezioni.Ovviamente, agiremo in sede penale perché è la seconda volta, la prima fu lo scorso anno, che An deposita un simbolo con cui non si presenta alle elezioni al solo scopo di impedire la presentazione di altri, e questo è vietato dalla legge elettorale.
Ma il problema non è solo questo. An ha deciso di chiudere con una storia. Era considerata la storia del neofascismo italiano, anche se in quella storia c’erano fior di democratici che il fascismo nemmeno l’avevano conosciuto.Ora An ha fatto di più (di peggio?). Dice di essere antifascista. E perché si trascina il simbolo del Msi?Si dice che in ballo ci siano decine di miliardi di euro di patrimonio immobiliare che dal Msi proviene. Erano soldi donati da chi credeva in altre cose rispetto a quelle in cui oggi dice di credere l’onorevole Fini. Faccia un gesto, il presidente della Camera: non speculi su quei quattrini, si limiti a farlo sul 25 aprile, dia quelle centinaia di appartamenti alla povera gente.Non li vogliamo noi, li faccia dare a chi ne ha bisogno.Solo così potremo apprezzarne la sincerità. Altrimenti è solo ipocrisia.
Nessun commento:
Posta un commento