"Io razzista? Ho il Che tatuato sul braccio e sono di sinistra. Hanno rubato il portafoglio a una mia amica, e ho perso la brocca"
3 commenti:
Anonimo
ha detto...
Ora voglio sentire Diliberto dire che questo è stato una spedizione punitiva di una squadraccia comunista. Il "capo" del raid ha detto di essere di sinistra e ha un tatuagio del Che (Non vorrei essere frainteso, a me piace la figura del Che) sull'avambraccio. E insieme con Diliberto voglio sentire il pronunciamento di Giordano e di tutti i compagni che nei giorni scorsi insinuavano ke l'attacco fosse razzista e riconducibile ad ambienti di destra. Il fatto è che se lo fa uno di destra è un atto razista e nazifascista, se lo fa uno di sinistra la politica nn c'entra nulla. Falsi, fomentatori di odio e vili accusatori!
...come volevasi dimostrare, tutti a fare la caccia al "nero"... Voglio vedere cosa titoleranno ora vomitevoli giornali quali l'Unità, Liberazione, Manifesto...e cagate del genere.
“La rivolta ideale” (1908) è l’ultima opera dello scrittore Alfredo Oriani, in cui con toni nietzschiani si auspica l'avvento di un leader carismatico che possa risollevare i destini italiani, affermando la necessità di uno Stato forte che regoli con ampi poteri la vita sociale. L’opera di Oriani suscitò interesse fra i giovani intellettuali negli anni a cavallo della prima guerra mondiale. Entusiasmò i collaboratori della rivista “La Voce” (Papini, Prezzolini, etc.) Interessò Gobetti. Gramsci scrisse che la visione di Oriani era “stata l’unico tentativo un po’ serio di nazionalizzare le masse popolari, cioè di creare un movimento democratico con radici italiane ed esigenze italiane”. Ad Oriani si rifaranno le più vive e ardenti intelligenze della gioventù fascista, quali Berto Ricci e Romano Bilenchi. Mussolini considerava Oriani “come un profeta della patria, come un anticipatore del fascismo, un esaltatore delle energie italiane”. “La rivolta ideale” (1946), con richiamo all’opera di Oriani, fu il nome di una rivista settimanale del MSI diretta per un periodo da Giorgio Almirante, che svolse il ruolo di riaggregazione politica di quegli italiani sbandati dalla sconfitta e dalla caduta degli ideali ("riconciliare gli italiani al di sopra dei partiti, realizzare le più alte forme di democrazia diretta, difendere ad ogni costo i valori morali, civili, religiosi, culturali e militari della stirpe"). Oggi “Rivolta ideale” è un gruppo di giovani e meno giovani, i quali non rinnegando il passato e gli antichi "valori" vogliono affrontare le problematiche del presente e proiettarsi nel futuro. Il 1° dicembre 2007 hanno visto in questo progetto una "rivolta degli ideali" che altri hanno riposto nel cassetto!
3 commenti:
Ora voglio sentire Diliberto dire che questo è stato una spedizione punitiva di una squadraccia comunista. Il "capo" del raid ha detto di essere di sinistra e ha un tatuagio del Che (Non vorrei essere frainteso, a me piace la figura del Che) sull'avambraccio.
E insieme con Diliberto voglio sentire il pronunciamento di Giordano e di tutti i compagni che nei giorni scorsi insinuavano ke l'attacco fosse razzista e riconducibile ad ambienti di destra. Il fatto è che se lo fa uno di destra è un atto razista e nazifascista, se lo fa uno di sinistra la politica nn c'entra nulla. Falsi, fomentatori di odio e vili accusatori!
Marcorock
...come volevasi dimostrare, tutti a fare la caccia al "nero"...
Voglio vedere cosa titoleranno ora vomitevoli giornali quali l'Unità, Liberazione, Manifesto...e cagate del genere.
A NOI
NN � POSSIBILE....CI ACCUSANO CONTINUAMENTE
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