
Credo che sia giunto il momento di rompere gli indugi. Lo stucchevole gioco messo in scena da una sinistra incapace e distrutta nella sua credibilità morale è insopportabile. E il centrodestra, inebriato da una incredibile sindrome da autosufficienza, cincischia.In Abruzzo, per le regionali che ci saranno fra 53 giorni, a 23 giorni dalla presentazione delle liste, stanno tutti a litigare. A sinistra Di Pietro tira botte da orbi sul Partito democratico che, a sua volta, insegue l’Udc dopo aver distrutto ogni possibilità di alleanza con la sinistra radicale alle ultime politiche. Nel Pdl (che ha i suoi buoni motivi per non parlare di questione morale…) si assiste allo spettacolo e si mette in scena una girandola di candidature, non si sa nulla di programmi, né di alleanze.Penso che a questi giochi La Destra debba opporre uno stop assoluto. Per quello che ci riguarda abbiamo esitato fin troppo, mettendo in campo la disponibilità a capeggiare la rivolta morale degli abruzzesi per bene di Teodoro Buontempo, presidente del Movimento. Ma cincischiano, forse perché tutti sanno che se c’è Teodoro sarà più difficile campare per i maneggioni di qua e di là.Non dobbiamo avere paura di passare decisamente all’offensiva – esattamente come facemmo alle comunali di Catania – contro un comportamento indisponente. E martedì intendo parlarne alla riunione del Comitato politico nazionale. Anche a costo di dirottare le poche risorse che abbiamo sulla campagna elettorale abruzzese anziché sulla manifestazione programmata per Roma – che si può fare anche più in là, visto che comunque ci sarà il congresso nazionale.Non ci stiamo a dover aspettare che il centrodestra decida un minuto dopo che la sinistra si sarà definitivamente spaccata.Martedì chiederò a Teodoro di fare comunque questo sacrificio personale, che servirà a dimostrare che ci sono ancora uomini politici indisponibili a barattare la dignità con il potere. Evidentemente non ci conoscono ancora. E proprio in Abruzzo – con questo atteggiamento insolente – avranno sorprese amare.
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