lunedì 2 marzo 2009

RITORNO AL NUCLEARE, di Teodoro Buontempo


La decisione unilaterale del governo di far tornare l’Italia al nucleare senza una preventiva consultazione parlamentare e su materia che è stata oggetto di un referendum, ancora una volta evidenzia uno scarso senso dello Stato e dei ruoli istituzionali da parte dell’esecutivo.
Sul nucleare, proprio perché i cittadini si pronunciarono contro c’è bisogno di farli tornare alle urne e comunque non è una bella pagina quella che è stata scritta con l’accordo italo-francese.In tutto il mondo, tardivamente si scopre la varietà delle fonti di energia pulita, che possono assicurare le risorse necessarie per far fronte ai bisogni di consumo energetico.Inoltre, l’investimento verso le fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, solare, geotermico) ha anche l’obiettivo di creare nuovi posti di lavoro e di avere energia alternativa a tempi relativamente brevi, mentre per il nucleare occorreranno decenni prima che ci sia una ricaduta sul quotidiano consumo dei cittadini.
Non si fa una scelta sul nucleare senza aver prima definito una normativa sulla sicurezza e senza predisporre piani certi per lo smaltimento delle scorie, e senza aver chiarito i costi dell’avventura nucleare.
La Destra, pertanto, chiede con forza che i cittadini facciano sentire il loro dissenso da decisioni governative che hanno più il sapore di uno spot pubblicitario per Sarkozy che non il valore di un investimento per il progresso e la modernizzazione dell’Italia.

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