sabato 19 settembre 2009

PERCHE' LOTTARE?


Sono momenti difficili, quando una Nazione si trova piangere i suoi Caduti. E’ come quando in una comunità, un quartiere, una famiglia, si litiga con una persona che qualche tempo dopo muore. Viene il pentimento, il cuore si intristisce, si pensa se vale la pena accapigliarsi se può accadere che per un nonnulla la vita finisce.
Quei ragazzi meritano l’abbraccio di un’Italia che chiede silenzio e rispetto.Ma è anche la storia, meno luttuosa per fortuna ma non meno grave, di un popolo che stringe i denti. Tremonti elogia – e fa bene – la capacità di risparmio degli italiani. Dimentica di dire che è contrapposta ancora oggi alla rapacità del fisco.Il lavoro è sempre più precario, l’Italia da Nazione si trasforma in fazione in alcune aree del Paese.Si deve lottare per bisogno di rappresentanza di chi non ce la fa più. Di chi ogni giorno le lacrime le versa perché non ha una casa e non avete idea quanti nei incontro ogni giorno. Sempre di più.
Perdonate lo sfogo, ma La Destra ha bisogno più di identità che di discussioni statutariamente corrette. Importanti, certo, ma nel perimetro di una tutto sommato piccola comunità che si può organizzare solo col tempo. All’Italia poco interessa l’articolo 12 e chissà quale comma del nostro statuto. Vuole sapere, se glielo facciamo sapere, quale capacità di rappresentanza abbiamo.Leggo siti, blog, facebook e constato discussioni che con la prospettiva dell’Italia c’entrano poco; addirittura c’è chi osa parlare di guerra – in momenti come questi, poi… – contro Tizio e contro Caio e non sa di possedere solo pistole ad acqua.
Talvolta capita di fermarsi a riflettere, anche perché da domani vorrei concentrarmi sulla relazione che dovrei svolgere al comitato centrale di sabato prossimo, e mi metto a pensare, scorrendo documenti, lettere, mail.Penso ad un’avventura iniziata con entusiasmo e che ora occorrerebbe condurre con ragione, pazienza e prospettiva.Chi voleva fare il ministro o l’assessore non doveva scegliere la Destra.Chi voleva fare la Cosa nera aveva già una o più case in cui trasferirsi.
La Destra è nata per un’intuizione, comprendendo due anni prima di altri quale sarebbe stata la fine di An. Chi non lo capisce ancora oggi, strilla a vuoto. Non c’è una centrale dell’informazione che dietro le quinte ordina ai cronisti di chiamarci La Destra di Storace. Succede per storia personale e neanche a me fa così piacere. La si finisca di scrivere autentiche sciocchezze.L’Italia ha altri problemi su cui misurare la qualità delle soluzioni. Lottare è un dovere. Perdere tempo in ciance no.

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